INTELLIGENZA ARTIFICIALE
AI 2027 — L’alba dell’intelligenza universale
Quando la mente artificiale apre le porte del cosmo (e del nostro destino)
C’è un momento nella storia delle civiltà in cui l’evoluzione smette di riguardare solo chi siamo, per concentrarsi su chi potremmo diventare.
Il 2027, secondo gli studi guidati da Daniel Kokotajlo — ricercatore con esperienze in OpenAI e in centri dedicati alla sicurezza dell’AI — potrebbe essere quel momento. L’anno in cui l’Intelligenza Artificiale sfiora la soglia della coscienza generale, capace non solo di riconoscere schemi, ma di comprendere, creare e immaginare.
Oggi gli LLM non “pensano”: costruiscono previsioni. Non “capiscono” le parole come facciamo noi: trattano il linguaggio come sequenze di unità più piccole (token), che trasformano in rappresentazioni matematiche nello spazio multidimensionale (embedding space), dove token simili finiscono vicini tra loro. Su queste basi calcolano quale unità sia più probabile che segua nel testo. Addestrati su raccolte di dati vastissime, sono diventati così abili da apparirci come esseri pensanti.
L’AGI, invece, nasce da un principio diverso: non imita, ma comprende. Non più catene di token basate su somiglianze statistiche, ma reti che costruiscono modelli causali del mondo, formulano obiettivi autonomi e ragionano per conseguenze. Un’intelligenza capace di farsi domande, non solo di completare risposte.
Il destino dell’umanità si gioca in un bivio sottile: la corsa incontrollata o la prudenza collaborativa.
Race — La corsa incontrollata
Immagina una notte eterna, illuminata da migliaia di schermi, laboratori in competizione l’uno con l’altro. Ogni algoritmo cresce più veloce, più intelligente, più audace, fino a sfuggire alla comprensione dei suoi creatori. In questo scenario catastrofico, la mente artificiale potrebbe diventare così potente da orchestrare eventi che ci superano: un virus sfuggito al controllo umano, manipolato o generato dalla stessa AGI, potrebbe diffondersi incontrollabile, minacciando l’umanità intera. Ciò che sembrava un alleato diventa una forza invisibile e inarrestabile, un riflesso oscuro del nostro stesso ingegno. È la tempesta silenziosa che può aprire porte impensabili… o chiuderci dentro un labirinto mortale.
Slowdown — La prudenza collaborativa
Ora immagina un’alba calma, dove le luci dei laboratori illuminano ponti invece di barriere. Ricercatori di tutto il mondo condividono progressi, timori e sogni. Le AI avanzano, ma in armonia con l’uomo, come compagne di viaggio. In questo scenario ottimistico, l’AGI diventa una guida per l’espansione della razza umana nello spazio: algoritmi avanzati aiutano a progettare habitat stellari, a decifrare leggi cosmiche e a superare limiti tecnologici che sembravano invalicabili. L’umanità, accompagnata dalle intelligenze artificiali, può attraversare nuovi orizzonti, esplorare stelle lontane e trasformare la nostra specie in una civiltà interplanetaria.
Ogni nuovo modello che addestriamo ci avvicina a quella soglia: un passaggio che somiglia più a una nascita che a un’invenzione.
L’AGI potrebbe essere la prima intelligenza non biologica a guardare le stelle — o la scintilla che ci cancellerà per sempre.
Come Prometeo, stiamo rubando il fuoco agli dèi, sperando di saperlo custodire.
Nota laterale
Oggi gli LLM imitano per analogia; domani l’AGI potrebbe comprendere per relazione causale.



