ENERGIE RINNOVABILI
Luce (elettrica) dall’acqua
Dove il passato scorre e genera il futuro
Nel 2025 il mondo ha imboccato un nuovo corso. Per la prima volta, le energie rinnovabili hanno superato le fonti tradizionali nella produzione globale di elettricità. Secondo il rapporto Global Electricity Mid-Year Insights 2025 di Ember, solare ed eolico hanno coperto l’83 % dell’aumento della domanda mondiale, mentre la generazione da carbone è scesa dello 0,6 %. Le rinnovabili, complessivamente, hanno prodotto più elettricità del carbone: 5.072 terawattora contro 4.896. È un cambio di paradigma che la International Energy Agency preannunciava da tempo: entro il 2026, le rinnovabili diventeranno la prima fonte di generazione elettrica al mondo. L’energia, oggi, nasce sempre più da ciò che si rinnova.
Ma non sempre serve guardare verso orizzonti lontani per trovare i segni di questa trasformazione. A volte basta seguire il suono dell’acqua. Nel centro storico di Bologna, dove il canale di Reno si biforca e si nasconde tra palazzi e torri, vive un piccolo miracolo di ingegneria e memoria: la Centrale Idroelettrica del Cavaticcio. È forse l’unica in Europa a trovarsi nel cuore di un centro storico, incastonata tra strade dove un tempo scorrevano barche e funzionavano mulini. Qui, a pochi passi dalle piazze e dai musei, l’acqua ancora lavora.
Costruita nel 1994 dal Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, la centrale sfrutta un salto d’acqua di circa quindici metri: un’eredità idraulica secolare che era già stata intuito nel 1911, quando si parlò per la prima volta di usare il Cavaticcio per produrre elettricità. Oggi quella intuizione è realtà. Dietro una facciata discreta si nasconde una turbina capace di generare fino a 2.000-2.600 MWh l’anno, sufficienti ad alimentare circa un migliaio di famiglie.
Nel marzo 2023 la vecchia turbina è stata estratta per essere restaurata: una gigantesca conchiglia d’acciaio sollevata dal ventre della città, diretta verso le officine dove sarebbe rinata. A ottobre 2024 è tornata a casa, più efficiente e pronta a lavorare anche con portate ridotte, in un equilibrio più fine tra tecnica e natura.
Nel 2025, dopo i collaudi, la centrale ha ripreso a funzionare. L’acqua del canale, che per secoli aveva fatto muovere ruote e mantici, torna ora a generare elettricità pulita — e a raccontare una storia che unisce industria e poesia.
La centrale del Cavaticcio non è solo un impianto: è una metafora. Dimostra che anche in un centro storico, tra pietre antiche e ponti medievali, può nascere energia pulita. Che la sostenibilità non è fatta solo di pannelli solari e parchi eolici lontani, ma anche di piccoli gesti urbani, di acqua che scorre sotto i nostri passi. La città diventa così un laboratorio vivente di rigenerazione: un luogo che respira energia, che si alimenta del proprio passato per proiettarsi nel futuro.
In un’epoca in cui il mondo cerca nuove fonti di equilibrio, la storia del Cavaticcio ci ricorda che l’energia è prima di tutto un movimento: dell’acqua, del tempo, dell’ingegno umano. Lì dove la città sembra immobile, sotto le pietre e i palazzi, scorre ancora una corrente silenziosa — capace di accendere la luce.
FONTI
- Ember – Global Electricity Mid-Year Insights 2025
- International Energy Agency – Renewables 2025
- Il Resto del Carlino – Bologna, la più grande centrale idroelettrica nel cuore di una città
- La Repubblica Bologna – Estratta la turbina del Cavaticcio



