DNA E GENOMICA

Creature di ghiaccio

Quando il DNA riscrive il destino degli animali scomparsi

Nel 1996, una pecora di nome Dolly aprì una porta che sembrava invalicabile: la clonazione di un mammifero vivo era diventata realtà, un esperimento folle che sfidava la natura. Nel 2025, lo stesso spirito visionario ha portato alla nascita dei cuccioli di enocione, il lupo preistorico estinto da millenni, grazie agli scienziati di Colossal Biosciences.

Non si tratta di una semplice clonazione. È un dialogo tra epoche: il DNA fossile, fragile e antico, è stato decifrato e tradotto in linguaggio moderno attraverso sofisticati strumenti di editing genetico. I lupi grigi sono diventati custodi di memorie genetiche, portando in sé tratti che evocano l’ombra dell’enocione. Così sono nati Romolo, Remo e Khaalesi: tre creature che sembrano uscite da un mito, nate tra il silenzio dei laboratori e il respiro della storia.

La de-estinzione, o “resurrezione genetica”, non si limita a riprodurre copie identiche delle specie perdute. Ogni esperimento mira a ricreare caratteristiche chiave, combinando scienza e intuizione, e apre la porta a possibilità incredibili: un giorno, potremmo vedere il dodo camminare tra noi, o sentire il richiamo del tilacino estinto da decenni. Lo “zoo congelato” diventa così un progetto visionario, una biblioteca vivente di biodiversità passata, sospesa tra sogno e realtà.

Ma dietro il fascino della scienza si nascondono dilemmi profondi. Restituire alla vita specie estinte significa confrontarsi con ambienti moderni che non sono quelli che questi animali conoscevano: il rischio è introdurre creature splendide ma ecologicamente inadatte.

C’è poi la questione morale: è giusto concentrare risorse e speranze su creature estinte, quando tante specie viventi rischiano l’estinzione ogni giorno? Alcuni esperti avvertono che il desiderio di “resuscitare il passato” potrebbe distogliere attenzione e fondi dalla conservazione del presente.

D’altra parte, la de-estinzione offre una riflessione nuova sul nostro ruolo nella natura: ci invita a considerare le conseguenze delle estinzioni che abbiamo già provocato e a immaginare la possibilità di rimediare. Restituire anche solo alcune specie al mondo potrebbe ristabilire equilibri ecologici perduti e restituire ai paesaggi contemporanei frammenti di biodiversità dimenticata. È un’idea audace, che sfida i confini tra scienza, etica e sogno, e ci ricorda quanto fragile e preziosa sia la vita che attraversa il tempo.

Romolo, Remo e Khaalesi non sono solo lupi: sono ponti viventi tra epoche, messaggeri di una scienza che osa sognare e della bellezza fragile della vita che attraversa il tempo. E chissà, in un futuro non troppo lontano, lo “zoo congelato” potrebbe popolarsi di dodo, tilacini, mammut e altre creature perdute, un mosaico fantastico e reale di ciò che la vita ha saputo creare… e che l’ingegno umano può, forse, restituire al mondo.

FONTI

  • Rai News Romulus e Remus, dopo 10.000 anni torna in vita il metacane
  • Repubblica – Il lupo enocione torna alla vita grazie al DNA
  • Colossal Biosciences – comunicati e aggiornamenti sulla de-estinzione

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